Costellazioni
Il cielo di Febbraio sarà ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali, protagonista a Sud è sempre Orione con le tre stelle dell’omonima “cintura” Alnitak, Alnilam e Mintaka e le luminose stelle Betelgeuse(rossa) e Rigel(azzurra), seguita a ruota dalle costellazioni dei fedelissimi Cane Maggiore con Sirio la stella più luminosa del cielo e del Cane minore dove brilla Procione.
Più in alto si possono ancora ammirare le costellazioni del Toro cola la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga (il cocchiere) con la brillante Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce.
Verso Ovest, nelle prime ore della serata, è ancora possibile veder tramontare le costellazioni autunnali di Andromeda, del Triangolo, dei Pesci e dell’Ariete.
Restando nell’ambito delle costellazioni Zodiacali, un po’ impegnativo è invece il riconoscimento della piccola costellazione del Cancro, visibile tra i Gemelli e il Leone con Regolo (il piccolo re) , che vedremo sorgere ad Est, seguito dalla Vergine con in mano la brillante Spica.
Volgendo lo sguardo a Nord verso la Stella Polare si possono risconoscere alcune costellazioni circumpolari come Cassiopea con la sua caratteristica forma a “W” e la bella costellazione del Perseo dove brillano Mirfak e Algol (la stella del demonio), più spostata verso Nord-Est inizia ad alzarsi sempre di più Orsa Maggiore al cui interno l’inconfondibile asterismo del Grande Carro con le sue sette stelle importanti (i sette buoi) Alkaid, Mizar, Allioth, Megrez, Phad, Merak e Dubhe, le ultime denominate anche “le puntatrici” in quanto ci indicano la via per riconoscere la stella Polare.
Nelle immediate vicinanze dell’Orsa Maggiore, infine, si può riconoscere la piccola costellazione dei Cani da Caccia.
I Pianeti nel mese di Febbraio 2019
Restano ancora invisibili nella prima parte della serata i pianeti giganti Giove e Saturno che saranno visibili ancora nella seconda parte della notte insieme a Venere visibile tutti e tre poco prima dell’alba a formare una simpatica “cascata”.
L’unico pianeta ancora visibile nella prima parte della serata sarà ancora Marte il pianeta rosso, che diventerà sempre di più poco luminoso.
Fenomeni del Mese di Febbraio 2019
Transito nel Cielo di Febbraio della Cometa C2018 Y1 Ywamoto e della 46pWirtanen
Del tutto inaspettata, ecco arrivare inaspettata la C/2018 Y1Iwamoto, una delle ultime scoperte dell’anno appena passato, scovata dall’astronomo giapponese Masayuki Iwamoto il 18 dicembre. La sua sarà una delle più interessanti apparizioni nel cielo di febbraio, già ancora interessato da una Wirtanen che comunque si avvia ai definitivi saluti.
La 46P/Wirtanen, infatti, ha ormai imboccato decisa il viale del tramonto, anche se continuerà ad essere ancora un oggetto interessante. La potremo rintracciare tra le stelle dell’Orsa Maggiore e risulterà circumpolare per tutte le regioni italiane; Si potrà osservare tranquillamente in orari ancora molto comodi allorquando sarà già molto alta sulla volta celeste. La sua luminosità, in inesorabile calo, sarà ancora interessante tanto da invogliare gli astro-fotografi a continuare a riprenderla specie ad inizio del mese quando avrà ancora una buona luminosità. Intorno alla settima magnitudina per poi scendere gradualmente a fine mese fino alla decima magnitudine, sarà il momento di commiato da un astro chiomato che ci ha allietato negli ultimi tre mesi alla quale è mancata la caratteristica “coda”
Nel Mosaico di cui sopra, realizzato da Fernando De Ronzo, la Cometa 46P Wirtanen transita nella regione della Nube Molecolare del Toro e a pochi gradi dalle Pleiadi.
La cometa C/2018 Y1 Iwamoto, che in febbraio dovrebbe forse arrivare alla settima magnitudine, spartendosi con la Wirtanen il ruolo di regina del periodo. Già nei primi giorni del mese dovrebbe raggiungere la massima luminosità, per poi calare
gradualmente anche lei fino alla decima grandezza. Passando piuttosto vicino alla Terra (ci separeranno circa 45 milioni di chilometri al momento del massimo avvicinamento, previsto il 6 Febbraio, la vedremo sfrecciare velocemente sulla volta celeste partendo dalla costellazione della Vergine ad inizio del mese sarà vicinissima alla stella Spiga (alpha Vir), poi gradualmente si avvicinerà al Leone , quindi al Cancro, alla Lince e dall’Auriga si trasferirà nel Perseo. Incontrerà molte galassie nel suo percorso (ad esempio, il giorno 2 febbraio si troverà a poco meno di 2,5° dalla Galassia Sombrero; il giorno 10 febbraio sarà a meno di 1,5° da M 95 e M 96; il 13 febbraio sarà a pochi primi da NGC 2903) e, per finire degnamente febbraio, il 27 e il 28 raggiungerà una zona ricca di oggetti deep-sky nell’Auriga, tra cui M 36, M 38, la nebula IC 410 “Nebulosa Girino” e la IC405 “Nebulosa Stella Fiammeggiante”, cui si avvicinerà di più però nei primi giorni di marzo.
Anche in questo caso, come per la Wirtanen, l’osservazione potrà essere compiuta in orario comodo (a parte i primissimi giorni del mese).
Nell’immagine potrete seguire la mappa del percorso della Cometa C2018 Y1 Ywamoto nel mese di febbraio 2019.
L’occultazione di Saturno da parte della Luna
La mattina del 2 febbraio, alle ore 6:25, la Luna, ridotta a una sottilissima falce (fase del 6,2%) raggiungerà il pianeta Saturno e potremo assistere a una emozionante occultazione! Vedremo quindi il nostro satellite naturale occultare Saturno dal sottilissimo lembo illuminato. Purtroppo sarà un fenomeno molto
difficile da seguire, poiché gli astri coinvolti saranno molto bassi sull’orizzonte orientale e il cielo sarà comunque già piuttosto luminoso, rischiarato dal crepuscolo mattutino. Sarà inoltre impossibile seguire il fenomeno nella sua
interezza, perché al momento dell’emersione di Saturno dal lato oscuro della Luna (ore 7:35 circa), il Sole starà per sorgere (o sarà già sorto, in base
alla località di osservazione) rendendo indistinguibile il pianeta.
In ogni caso, consigliamo di tentare l’osservazione e la ripresa, soprattutto per ciò che riguarda l’immersione. Oltre che un bel fenomeno da osservare, sarà
infatti un’ottima occasione anche per riprendere l’occultazione fotograficamente. Si consiglia ovviamente di sfruttare focali adeguatamente lunghe, in modo da rendere evidenti i dettagli del pianeta e della superficie lunare.
La costellazione dei mese I GEMELLI
Visibile tra il Toro a ovest e il poco luminoso Cancro a est, con a nord l’Auriga e la quasi invisibile Lince, e a sud l’Unicorno e il Cane Minore la Costellazione dei Gemelli è anch’essa attraversata dall’”eclittica” (la linea immaginaria che definisce il percorso apparente che il Sole compie in un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste lungo la quale viaggiano tutti i pianeti sullo sfondo delle costellazioni zodiacali), il Sole la attraversa nel mese di Giugno a cominciare dal 21 Giugno, giorno del Solstizio d’Estate.
La figura della costellazione è facile da rintracciare in cielo, grazie alla coppia di stelle brillanti, che hanno il nome dei due gemelli Dioscuri della mitologia greca: Castore (α Geminorum), una ben nota stella binaria telescopica (in realtà composta da sei stelle), e Polluce (β Geminorum), A queste due fa da contraltare la stella Alhena (γ Geminorum), situata dal lato opposto della costellazione.
Le altre stelle sono relativamente deboli (solamente alcune sono visibili da una città), e si presentano allineate su due tratti paralleli che tracciano i confini di un rettangolo che si estende verso sud-ovest, in direzione di Orione; l’angolo più meridionale è segnato dalla già citata Alhena, la terza stella della costellazione per luminosità. La parte occidentale dei Gemelli giace sulla Via Lattea, pertanto in questa direzione abbondano gli oggetti galattici, tra i quali si ricorda la grande Nebulosa della Medusa,
In ogni caso, consigliamo di tentare l’osservazione e la ripresa, soprattutto per ciò che riguarda l’immersione. Oltre che un bel fenomeno da osservare, sarà
infatti un’ottima occasione anche per riprendere l’occultazione fotograficamente. Si consiglia ovviamente di sfruttare focali adeguatamente lunghe, in modo da rendere evidenti i dettagli del pianeta e della superficie lunare.
(IC443) visibile ai piedi di Castore fra Tejat e Propus
L’ìmmagine della nebulosa Medusa è stata ripresa dal Socio G.A.S. Salvatore Cozza da Santa Cesarea Terme (LE)
Il periodo più propizio per la sua osservazione nel cielo serale va da dicembre a maggio; essendo una costellazione boreale, gli osservatori posti a latitudini settentrionali sono maggiormente favoriti.
Tuttavia, la sua declinazione non è fortemente settentrionale, così può essere osservata con facilità anche dall’emisfero sud. Durante le notti dell’inverno boreale i Gemelli sono una delle costellazioni dominanti del cielo, assieme all’Auriga, al Toro, Orione e il Cane Maggiore.
Mitologia dei Gemelli
La costellazione dei Gemelli rappresenta i gemelli Castore e Polluce; ai Greci essi erano noti come i Dioscuri, che letteralmente significa «figli di Zeus». I mitologi, però, non furono tutti d’accordo sul fatto che fossero entrambi veramente figli di Zeus, a causa delle insolite circostanze della loro nascita. La loro madre era Leda, Regina di Sparta, alla quale fece un giorno visita Zeus, sotto forma di cigno (rappresentato nella costellazione del Cigno). Quella stessa notte Leda giacque anche con il marito, il Re Tindaro. Entrambe le unioni furono allietate da prole, poiché in seguito Leda diede alla luce quattro bambini. Secondo la versione più comunemente accettata, Polluce ed Elena (la futura famosa Elena di Troia) erano figli di Zeus, e quindi immortali, mentre Castore e Clitennestra erano figli di Tindaro, e quindi erano mortali.
Castore e Polluce crebbero molto legati l’uno all’altro, non litigarono mai né mai agirono senza prima consultarsi. Si diceva che si assomigliassero molto fisicamente e che persino si vestissero allo stesso modo, come spesso fanno i gemelli. Castore fu un famoso cavaliere e guerriero e insegnò a Eracle a tirare di scherma, mentre Polluce fu un campione di pugilato.
Gli inseparabili gemelli si unirono alla spedizione di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro. Le abilità pugilistiche di Polluce tornarono utili quando gli Argonauti approdarono in una regione dell’Asia Minore governata da Amico, un figlio di Poseidone. Amico, lo sbruffone più sbruffone del mondo, non permetteva ai visitatori di andarsene se prima non si battevano con lui in un incontro di pugilato che, invariabilmente lo vedeva vincitore. Si recò sulla spiaggia dove la nave era agli ormeggi e sfidò l’equipaggio a trovare qualcuno che l’affrontasse. Polluce, istigato dall’arroganza di quell’uomo, accettò immediatamente e i due tirarono fuori i guantoni di cuoio. Polluce evitò facilmente gli assalti del suo avversario, come un torero quando si fa di lato per evitare la carica del toro, e atterrò Amico con un colpo alla testa che gli spaccò il cranio.
Durante il viaggio di ritorno degli Argonauti, dopo che avevano conquistato il vello d’oro, Castore e Polluce furono ancora utili ai loro compagni infatti ci racconta che durante una tempesta gli Argonauti si salvarono grazie a Castore e Polluce e in seguita ad altri viaggi in mare i due salvarono altri equipaggi, fu così che i gemelli diventarono i protettori dei marinai, gli antichi cantori greci sostenevano che il potere di salvare i marinai, vittime di naufragi, fu dato ai Gemelli da Poseidone, il dio del mare, che regalò loro i cavalli bianchi che spesso cavalcarono.
I marinai credevano che durante le bufere in mare i gemelli apparissero sugli alberi delle navi grazie a un fenomeno di elettricità atmosferica conosciuto come Fuoco di sant’Elmo, come descrive Plinio il Vecchio, lo scrittore latino del I secolo d.C., nel suo libro Storia naturale:
La Foto del Mese
Complesso Molecolare in Auriga autore: Socio Francesco Nesca di San Giorgio Ionico (TA)
In questa stupenda immagine ripresa in H-alpha dal Socio G.A.S. Francesco Nesca nel mese di Gennaio 2019, sono riconoscibili le nebulose IC 405 The Flaming nebula, la IC410, detta anche “nebulosa girini” e la IC417 la nebulosa Ragno.
Anche se le tre nebulose possono sembrare vicine fra loro, sono invece molto distanti: la IC405, a sinistra dell’immagine, è la più vicina a noi, distante solo 1600 anni luce, è una nebulosa diffusa che brilla per la radiazione ricevuta dalla stella AE Aurigae che vivacizza il colore rosso, mentre le chiazze blu sono dovute alla rilfessione della luce blu della stella stessa sulle polveri oscure ivi presenti; Ae Aurigae è una delle stelle “fuggitive” nate circa 2,7 milioni di anni fa nella Nebulosa di Orione, da dove sono scappate disperdendosi nella Via Lattea.
In alto a destra, la IC410, nota come Nebulosa “Girino” a causa dei due sottili filamenti, associata all’ammasso NGC1893, è molto distante da noi, circa 19500 anni luce, mentre la IC417, a destra , conosciuta anche con il nome Nebulosa ragno, dista circa 7500 anni luce.
Data acquisizione: 12 gennaio 2019
Luogo di ripresa: Maruggio (TA)
Camera acquisizione: ASI 183mc non raffreddata
Obiettivo di ripresa: Samyang 135 F2 @ F2.8
Integrazione: 120 x 3 minuti con gain 200
Filtro h-Alpha 7nm