Costellazioni Invernali
Con il mese di Dicembre si entra definitivamente nel periodo migliore di osservabilità delle costellazioni invernali che caratterizzeranno i prossimi mesi.
Le Costellazioni autunnali, povere di stelle brillanti e non sempre facilmente identificabili dal neofita, Capricorno, Acquario, Pesci, si avviano al tramonto nel cielo di Sud-Ovest, sostituite a Sud-Est dall’inconfondibile costellazione di Orione, con al seguito il Cane Maggiore con la brillantissima Sirio, e il Cane Minore, dal Toro e dai Gemelli.
In queste costellazioni si possono individuare alcune delle stelle più luminose dell’intera volta celeste, oltre alla già citata Sirio si individuano la rossa Aldebaran nel Toro, Castore e Polluce nei Gemelli, Procione nel Cane Minore, Capella nell’Auriga.
Orione la più bella costellazione invernale è caratterizzata dalle tre stelle della “cintura” ALnitak, Alnilam e Mintaka, e dai luminosi astri Betelgeuse, Rigel, Bellatrix e Saiph che ne disegnano la figura. Con piccoli strumenti (è sufficiente anche un buon binocolo) non è difficile individuare la celeberrima e omonima Nebulosa (M42) situata nella spada, poco al di sotto della cintura.
Per alcune ore dopo il tramonto è ancora possibile osservare ad Ovest alcune costellazioni che abbiamo potuto seguire durante tutto il periodo autunnale: il Grande Quadrato di Pegaso, Andormeda con l’omonima galassia, Perseo, la minuscola costellazione del Triangolo, accanto all’altrettanto piccola costellazione Zodiacale dell’Ariete. Dalla parte opposta del cielo, in tarda serata si potrà assistere al sorgere del Cancro e, successivamente, del Leone.
A Nord le costellazioni circumpolari compongono un cerchio ideale intorno all’Orsa Minore, con all’estremità la Stella Polare, in senso antiorario possiamo riconoscere Cassiopea, Cefeo, il Dragone, l’Orsa Maggiore e la Giraffa.
La Costellazione del Mese
Il Toro
Il Toro è una costellazione di dimensioni medio-grandi situata nell’emisfero celeste boreale, facile da individuare e ben nota. La sua caratteristica più conosciuta in assoluto è la presenza del brillante ammasso delle Pleiadi, il più luminoso ammasso di stelle dell’intera volta celeste; le Pleiadi, , si trovano nella parte più occidentale della costellazione e sono ben visibili anche dai cieli cittadini. Il Toro continua in direzione est-sudest verso un altro gruppo di stelle molto noto e luminoso, quello delle Iadi: queste sono sparse su un diametro di cinque gradi quadrati e sono apparentemente dominate da una stella arancione Aldebaran, , la più brillante della costellazione e che costituisce l’occhio del Toro.
Verso oriente si estendono poi le corna dell’animale, rappresentate dalle stelle β Tauri (El Nath) e ζ Tauri, poste sul bordo della scia luminosa della Via Lattea. β Tauri in realtà è condivisa con la vicina costellazione dell’Auriga, di cui costituisce uno dei vertici del suo luminoso pentagono.
Confina l’Ariete ad ovest e i Gemelli ad est; verso nord si trovano il Perseo e l’Auriga, a sudovest Orione e a sudest Eridano e la Balena.
Il Toro è attraversato nella sua parte più orientale dalla Via Lattea; questo fa sì che nella costellazione siano presenti oggetti appartenenti alla nostra Galassia e in particolare gruppi e ammassi di stelle, Il più conosciuto di questi gruppi stellari è sicuramente l’ammasso aperto delle Pleiadi, ben visibile ad occhio nudo e notissimo fin dalle epoche più antiche; si tratta dell’ammasso aperto più luminoso della volta celeste[1] e in alcune culture è persino considerato una costellazione a sé stante. Attraverso un semplice binocolo si osservano una decina di stelle luminose, tutte di colore bianco-azzurro, inframmezzate da alcune decine di stelle più deboli; con strumenti di grande diametro o nelle fotografie è ben evidente anche un esteso complesso di nebulose a riflessione che circonda interamente le sue stelle.
M45 Ammasso aperto delle Pleiadi, foto realizzata dal Socio G.A.S. Fabio Perrone
Nei pressi della stella Aldebaran si trovano invece le Iadi, un altro ammasso aperto (il più vicino conosciuto), che con la stella forma una V nel cielo che marca la testa del Toro; Aldebaran tuttavia non ne fa fisicamente parte, trovandosi in primo piano sulla sua linea di vista.; particolare interesse assume la Nube del Toro, una densa nube molecolare in cui ha luogo la formazione stellare; alla periferia di questo complesso è stata scoperta quella che poi è divenuta la stella prototipo di una particolare classe di stelle giovanissime, la variabile T Tauri
Ammasso aperto delle Iadi, foto realizzata dal Socio G.A.S. Gianluca _Belgrado
Fra le nebulose spicca la Nebulosa del Granchio (M1), un resto di supernova a nordest di ζ Tauri e visibile con un telescopio; l’esplosione che lo generò fu visibile dalla Terra il 4 luglio 1054 e fu così brillante che rimase visibile in pieno giorno per molti mesi. È stata registrata dai testi storici cinesi e dagli Indiani d’America.
Il Mito del Toro
Nella mitologia greca, corrisponde alle sembianze di toro che Zeus assunse per sedurre Europa, una principessa fenicia. La donna, attratta dall’enorme e docile bestia, salì sul suo dorso, ma in quel momento il Toro cominciò a correre velocemente entrando in acqua e nuotando fino ad un’isola, dove assunse nuovamente la forma di Zeus e corteggiò Europa riuscendo nel suo intento.
Un’altra versione della mitologia greca vuole che al Toro sia associata anche la figura del Minotauro, legato al mito di Teseo il giovane eroe greco dovette affrontare l’uomo-toro o Toro di Minosse, chiamato anche Minotauro, un essere umano con la testa di toro che vive al centro del Labirinto. Nato a seguito dell’amore mostruoso della regina per un toro, viene fatto vivere all’interno del Labirinto fatto costruire dal re per nascondere la terribile vergogna familiare. Cresciuto in totale solitudine come un ragazzo selvaggio e feroce, incapace d’esser addomesticato, si cibava di carne umana.
Nell’antica Mesopotamia, l’epopea sumera narra la storia di Gilgamesh che descrive l’uccisione da parte dell’eroe assieme a Enkidu del Gran Toro Celeste, nonché sposo di Ereshkigal, chiamato Gugalanna; questo crimine viene compiuto come atto di sfida agli Dèi. Fin dai primordi della civiltà storica in Mesopotamia il toro viene considerato come rappresentazione divina lunare, le sue corna raffigurano difatti la luna crescente.
Fenomeni del Mese di Dicembre
La Cometa di Natale 2018
La Cometa 46P/Wirtanen, fra il 5 Dicembree 2018 e il 20 Dicembre 2018, potrebbe (il condizionale è d’obbligo) superare la soglia della visibilità a occhio nudo. Si tratta di una cometa appartenente alla Famiglia di Giove e attraverserà il cielo boreale a partire dai primi giorni del Mese di Dicembre e, il 12 dicembre passerà a soli 11,5 milioni di km dalla Terra, raggiungendo il massimo della sua luminosità.
In figura 1 la Cometa 46p Wirtanen ripresa l’8 Novembre 2018 dall’Astro-fotografo del Gruppo Astrofili del Salento Fernando De Ronzo, allorquando si trovava nella costellazione della Fornace.
Scoperta e Orbita della Cometa 46P Wirtanen
La cometa Wirtanen fu scoperta fotograficamente il 17 gennaio 1948 dal Lick Observatory dall’astronomo statunitense Carl Wirtanen durante una survey sui moti propri stellari. Questa cometa percorre un’orbita eliocentrica con un semiasse maggiore di 463 milioni di km. e un’eccentricità di 0,658. Quest’orbita la porta ad avere un afelio a 768 milioni di km. dal Sole, praticamente coincidente con l’orbita del pianeta Giove. In effetti si tratta di un membro della Jupiter Family Comets(JFC). Le comete della famiglia di Giove sono chiamate così perché, periodicamente, questi corpi interagiscono gravitazionalmente con questo pianeta che ne condiziona l’ordbita attorno al Sole. In generale, le comete di questa famiglia hanno periodi inferiori a 20 anni e una bassa inclinazione sull’Eclittica, attorno ai 10°. La Wirtanen ha un periodo orbitale di soli 5,44 anni e una inclinazione orbitale di 11,7°. Si tratta di una cometa che passa frequentemente al perielio che cade a 1,055 UA dal Sole, ossia vicinissimo all’orbita della Terra! Non solo è una cometa della JFC ma si tratta anche di un near-Earth object: la MOID(Minimum Orbit Intersection Distance) con la Terra è di soli 0,069 UA, ossia 10,3 milioni di km. Il nucleo di questa cometa è piuttosto piccolo, ha un diametro stimato di circa 1,2 km, quindi non si tratta di una cometa appariscente come altre comete che hanno attraversato i cieli terrrestri come la memorabile Hale-Bopp. Nel passaggio al perielio di quest’anno però si troverà molto vicina alla Terra, di conseguenza supererà lo soglia della visibilità ad occhio nudo, diventando la “cometa di Natale”.
Figura 2 – L’orbita eliocentrica e la posizione della cometa 46P/Wirtanen il 16 dicembre 2018 quando sarà alla minima distanza dalla Terra di 11,5 milioni di km. Come si vede, la cometa si trova sotto al piano dell’Eclittica prima del perielio, mentre sarà al di sopra dopo il perielio. La Wirtanen passerà appena all’esterno dell’orbita della Terra e quindi sarà osservabile nel cielo notturno senza difficoltà (JPL Small-Body Database Browser).
LA WIRTANEN E LA MISSIONE ROSETTA
La cometa Wirtanen era l’obiettivo originario della missione Rosetta dell’ESA. Dopo il grande successo della missione “Giotto“, diretta alla ripresa ravvicinata del nucleo della cometa di Halley nel marzo 1986, sia l’ESA che la NASA iniziarono lo sviluppo cooperativo di nuove sonde. La NASA ideò la missione Comet Rendezvous Asteroid Flyby (CRAF), cancellata nel 1992 per mancanza di fondi, mentre l’ESA concepì la Comet Nucleus Sample Return (CNSR), anch’essa tagliata perché troppo costosa.
Nel 1993 la missione CNSR venne ridimensionata rendendola simile alla CRAFT ma aggiungendo un lander. Divenne così la missione Rosetta! Originariamente il lancio della sonda era previsto per il 12 gennaio 2003 proprio verso la cometa 46P/Wirtanen da raggiungere nel 2011. Purtroppo, il razzo Ariane 5 fallì il lancio dell’11 dicembre 2002, con la perdita di 2 satelliti per telecomunicazioni del valore di ben 630 milioni di euro! Questo insuccesso, con le conseguenti indagini sulle cause, portarono a un ritardo nel lancio di Rosetta, che fu effettuato solo il 2 marzo 2004. La missione non venne indirizzata verso la Wirtanen perché la finestra di lancio era chiusa e si optò per la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, raggiunta con successo nell’agosto 2014.
IL PASSAGGIO DI DICEMBRE 2018
E ora veniamo alle informazioni pratiche per seguire il prossimo passaggio al perielio della Wirtanen.
La 46P supererà la soglia delle visibilità ad occhio nudo, nell’emisfero settentrionale, a partire dal 5 dicembre 2018, Successivamente, la cometa si porterà a declinazioni sempre più boreali e fra il 9 e il 10 dicembre taglierà l’equatore celeste passando dall’emisfero sud a quello nord. Un paio di giorni dopo entrerà nella costellazione del Toro e vi resterà fino al 18 dicembre. Il 12 dicembre la Wirtanen farà il passaggio al perielio raggiungendo la minima distanza dal Sole e il 16 dicembre alle 13:04 UT sarà alla minima distanza dalla Terra di soli 11,5 milioni di km!
In pratica il perielio e la minima distanza dalla Terra quasi coincidono e in cielo la cometa sarà visibile prospetticamente vicino all’ammasso stellare delle Pleiadi (vedi Fig. 3). Sarà questo il periodo migliore per osservarla, in prima serata ben alta sull’orizzonte est, con un piccolo binocolo o telescopio. La coda purtroppo sarà poco visibile perché la cometa si troverà all’esterno dell’orbita terrestre, quasi sulla direttrice Sole-Terra, ed essendo la coda opposta al Sole tenderà ad essere nascosta dalla chioma che le si parerà davanti. A occhio nudo la Wirtanen sarà percepibile come un tenue batuffolo di luce, a patto di osservare da luoghi bui e senza inquinamento luminoso. La luce della Luna non disturberà più di tanto le osservazioni, perché il primo quarto si avrà il 15 dicembre e la Luna piena solo il 22 dicembre.
Figura 3 – Mappa stellare che mostra la posizione della cometa Wirtanen durante il mese Dicembre, il momento della massima luminosità, la cometa sarà prospetticamente vicino all’ammasso stellare aperto delle Pleiadi.
Nei giorni successivi la declinazione della cometa continuerà ad aumentare perché crescerà la distanza dal piano dell’Eclittica, ma la luminosità dell’astro diminuirà perché sarà in allontanamento sia dalla Terra sia dal Sole. Uscita prospetticamente dalla costellazione del Toro la Wirtanen si sposterà in Auriga e, successivamente, nella costellazione della Lince restando ben visibile per gli osservatori boreali. Il 23 dicembre diventerà un oggetto circumpolare per le latitudini superiori ai 45° N. dopodiché la Wirtanen si sposterà nella costellazione dell’Orsa Maggiore.
Domenica 16 Dicembre, in occasione del massimo avvicinamento e alla massima luminosità, il Gruppo Astrofili del Salento organizza presso il Museo Di Calimera, una serata Osservativa e Fotografica della 46p Wirtanen durante la quale si potrà ammirare e fotografare con le proprie reflex, applicate ai telescopi del G.A.S., l’astro chiomato.
Di seguito la locandina dell’evento .
Fenomeni del Mese
Le Geminidi
Dal 4 al 16 Dicembre, dirigendo lo sguardo verso la costellazione dei Gemelli potremo assistere al magnifico spettacolo, quello offerto dallo sciame meteoritico delle Geminidi, finalmente queste “stelle cadenti” invernali, ancor più delle Perseidi in agosto, permettono di godere uno spettacolo entusiasmante, scie luminosissime lasciate in cielo dai frammenti rocciosi e metallici che, entrando nell’atmosfera, si disintegrano illuminandosi.
Lo sciame delle Geminidi, anche se meno famoso di quello estivo, è uno dei più attivi oggi noti: quest’anno il suo picco di attività è atteso per il 14 dicembre con uno ZHR di circa 120 meteore all’ora, anche se il giorno prima e quello successivo è attesa una discreta attività.
Il modo migliore per osservare le Geminidi è ovviamente ad occhio nudo, ma gli appassionati di fotografia notturna potranno riprendere le scie attraverso una macchina fotografica con un obiettivo grandangolare orientandola verso il punto del radiante posto nelle vicinanze della stella Castore la Stella alpha dei Gemelli. A differenza degli altri sciami meteoritici, le Geminidi non sono originate da una Cometa, ma da un asteoride della Fascia Principale, 3200 Phateon con un diametro di 5km., scoperto l’11 ottobre 1983 attraverso l’Infrared Astronomical Satellite.
Di seguito i dettagli riferiti dall’autore:
La stella 52 Cygni è una gigante arancione/rossa (classe spettrale K) che può essere individuata anche a occhio nudo nella costellazione del Cigno, sotto cieli non affetti da inquinamento luminoso, vista la sua magnitudine apparente di 4,22.
E’ situata a 24000 anni luce dal centro galattico e dista circa 200 anni luce dal nostro sistema solare. La sua temperatura è di 4500° C ed ha un raggio 12 volte maggiore di quello del Sole.
Attorno a 52 Cygni si apprezza NGC6960, una parte della nebulosa Velo, resto di una supernova vecchia di migliaia di anni e caratterizzata da filamenti molto suggestivi.
La nebulosa si trova a 1470 anni luce dal nostro sistema solare.
Le riprese sono state effettuate a Maruggio (TA) nei giorni 30/10, 6/11 e 8/11 2018 con la tecnica delle pose brevi e SENZA AUTOGUIDA.
Pose: 705x30s @ 350 Gain, 459 Dark, 405 Bias, No Flat
Telescopio: Skywatcher 200/800 Wide Photo
Camere di ripresa: ZWO ASI 224mc
Montatura: Skywatcher AZ-EQ6 GT
Autoguida: NESSUNA
Correttore di coma: GPU Aplanatico
Filtri: Optolong L-Pro
Software di elaborazione: DeepSkyStacker, Photoshop CC, PixInsight