In prima serata, durante il mese di Marzo, il cielo sarà ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali, rispetto al mese di febbraio le troveremo però spostate verso sud-ovest, mentre nelle prime ore della notte nel cielo orientale, ad Est, faranno la loro apparizione le grandi costellazioni zodiacali del Leone e della Vergine. Percorrendo lo zodiaco troveremo la piccola e debole costellazione del Cancro a separare i Gemelli dal Leone. A dominare il cielo in prima serata sarà sempre l’inconfondibile costellazione del gigante Orione, con le tre stelle della cintura (da sinistra: Alnitak, Alnilam e Mintaka) ed i luminosi astri Betelgeuse(rossa) e Rigel(azzurra) seguito a ruota dai fedelissimi Cane Maggiore ove risplende Sirio, la stella più luminosa del cielo, e il Cane Minore con Procione e Gomeissa nella perenne caccia alla preda Lepre.
Nella stessa zona di cielo troviamo ancora le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga con la brillante Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce.

Il cielo meridionale, al di sotto della fascia zodiacale, sarà invece povero di stelle brillanti, ma con l’aiuto di una mappa stellare, potremo riconoscere le costellazioni dell’Unicorno, dell’Idra, con la più brillante stella in quella zona Alphard, che circonda due piccole costellazioni il Cratere e il Corvo visibili appena sotto la Vergine.
L’Orsa Maggiore sarà il nostro riferimento per il cielo settentrionale, tracciando una linea immaginaria, lunga cinque volte la distanza fra Merak e Dubhe e prolungandola verso sinistra, troveremo la Stella Polare nell’Orsa Minore.
A Nord-Ovest troveremo Cassiopea con la sua caratteristica forma a “W” che in questo periodo si è trasformata ad una “M” in realtà, La bella costellazione del Perseo che si potrae verso il Toro ed infine, a Nord’Est sotto l’Orsa Maggiore e a sinistra della Vergine, potremo ammirare la costellazione del “Bovaro(Bootes) dalla caratteristica forma ad “aquilone” dove splenderà la brillante stella arancione Arturo.

IL Sole e la Luna nel mese di Marzo 2019

I Pianeti nel mese di Marzo 2019

Mercurio

Osservabile nella prima decade del mese, dopo il tramonto
La fine di febbraio ha segnato sicuramente uno dei periodi migliori dell’anno per l’osservazione di Mercurio al tramonto. All’inizio di marzo il piccolo pianeta sarà ancora ottimamente osservabile, sempre la sera, dopo il tramonto, ma la favorevole situazione durerà ancora per poco, con Mercurio che si farà sempre più basso sull’orizzonte riducendo la distanza del suo tramonto da quello del Sole. Possiamo affermare che già dopo i primi 10 giorni del mese non sarà più possibile scorgerlo. Il 5 marzo, Mercurio è stazionario e inizierà poi il suo moto retrogrado. Il giorno 15, il pianeta raggiungerà la congiunzione
inferiore con il Sole, rendendosi quindi assolutamente inosservabile.

Venere

Osservabile la mattina prima dell’alba
In marzo, Venere mantiene il suo status di oggetto prominente del cielo del mattino, visibile a est prima dell’alba. La perdita in altezza sull’orizzonte orientale al momento del sorgere del Sole sarà comunque pronunciata, anche se in marzo la differenza giorno dopo giorno sarà limitata, e l’anticipo sulla levata del Sole si ridurrà da poco meno di 2 ore di inizio marzo a 1 ora e 14 minuti
circa. Sarà quindi ancora facilmente osservabile: è molto brillante (magnitudine intorno alla –4) e risulterà un oggetto di spicco nel cielo mattutino.
Lo troveremo tra le stelle del Sagittario, il primo di marzo, costellazione che abbandonerà già il 2 per passare nel Capricorno fino al 24 marzo per concludere il mese nell’Acquario.

Marte

Marte in marzo sarà ottimamente osservabile nella prima parte della notte: si troverà nella costellazione dell’Ariete fino al giorno 23, per poi passare nel Toro, dove incontrerà le Pleiadi (M 45) il 31 marzo. Quando il cielo si sarà fatto sufficientemente buio, dopo il tramonto, troveremo il Pianeta Rosso alto sull’orizzonte di sudovest, sopra i 40°. Tramonterà alcuni minuti dopo le 23 (a inizio mese), per anticipare a fine mese alle 23:54 (TU+2), lasciandoci alcune ore utili per la sua osservazione e ripresa.

Fenomeni del Mese Marzo 2019

20 marzo 2019, ore 16:58 – Equinozio di Primavera

Inizia la primavera astronomica.
L’equinozio di primavera può cadere solo il 19, 20 (come quest’anno) o 21 marzo. Nel XIX e nel XX secolo si è verificato sempre il 20 o il 21 marzo, mentre per 15 volte è caduto il 19 nella seconda metà del XVII secolo e 5 volte alla fine del XVIII; e ciò accadrà di nuovo solo il 19 marzo del 2044! C’è poi da ricordare che nel XXI secolo l’equinozio si è verificato il 21 solo nel 2003 e nel 2007, e che la cosa non si ripeterà fino al 2102.
La parola “equinozio” deriva dal latino e significa “notte uguale” [al dì]. La definizione puramente teorica, riguardante la durata del giorno, si basa sull’intervallo di tempo compreso fra due intersezioni temporalmente consecutive del centro apparente del disco solare con l’orizzonte del luogo geografico.

Gli equinozi possono essere considerati anche come punti nel cielo.
Il punto dell’equinozio di primavera dell’emisfero settentrionale è anche chiamato punto vernale, punto dell’Ariete o punto gamma (γ)
. Tuttavia, a causa della precessione degli equinozi, questi punti non si trovano più nelle costellazioni da cui prendono il nome. L’istante nel quale il Sole passa attraverso ogni punto di equinozio può essere calcolato accuratamente, così l’equinozio è sempre e solo un particolare istante, piuttosto che un giorno intero.
Se l’Equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno, quello di primavera è l’esatto opposto: è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano le ore di buio.
E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità, resurrezione, inizio.
All’occhio di un osservatore sull’equatore, agli equinozi il sole sorge e tramonta rispettivamente all’est e all’ovest geografico, e a mezzogiorno è allo zenit; ciò comporta anche una durata del dì pressoché identica a quella della notte.
Il centro del disco solare è sopra l’orizzonte per dodici ore consecutive, anche se il fenomeno di diffusione atmosferica della luce fa sì che la Terra sia illuminata già da circa mezz’ora prima dell’alba a circa mezz’ora dopo il tramonto; In entrambi gli equinozi il sole passa a sud del tropico del Cancro e a nord di quello del Capricorno; allo zenit equatoriale il sole si trova declinato di 66°33′ su entrambi i tropici e di 23° 27′ su entrambi i circoli polari.
Gli equinozi segnano anche il momento di passaggio da un minore a un maggiore periodo di insolazione durante la giornata rispetto a quello di buio e viceversa: rispettivamente nell’emisfero boreale e in quello australe, immediatamente dopo l’equinozio di marzo il periodo di luce è maggiore (e minore) di quello di buio; viceversa accade dopo l’equinozio di settembre, in cui il periodo di luce solare nell’emisfero nord è più breve di quello di buio mentre in quello sud è maggiore.

La Luce Cinerea della Luna nel Mese di Marzo 2019

In marzo, le giornate migliori per osservare e fotografare la Luna in luce cinerea saranno il 2 e il 3 marzo, appena prima dell’alba e l’8 e il 9 del mese, quando si avrà la migliore visibilità subito dopo il tramonto. Il fenomeno è dovuto alla luce del Sole
riflessa dalla Terra che illumina la parte in ombra della Luna. Per questo, la parte non illuminata della Luna apparirà tenuemente brillante divenendo così vagamente visibile.

La Costellazione del Mese Il Leone

Durante le notti del mese di Marzo, alzando gli occhi al cielo salta subito all’occhio un asterismo dalla caratteristica forma che richiama la figura di un leone accovacciato.
Il Leone è una grande costellazione zodiacale dell’emisfero nord, individuabile con facilità nei mesi fra dicembre e giugno; nell’emisfero boreale, il suo sorgere ad est dopo il tramonto indica il prossimo arrivo della primavera.
Le sue stelle principali formano un grande trapezio, al quale è connesso un famoso asterismo, noto come La Falce, composto da Regolo, η Leonis e Algieba, assieme alle stelle più deboli Adhafera(ζ Leonis), Ras Elased Borealis (μ Leonis) e Ras Elased Australis (ε Leonis).
La coda è segnata dalla stella Beta del Leone, chiamata Denebola dall’arabo «la coda di leone». Gamma del Leone ha nome Algieba, che in arabo vuol dire «la fronte»; Gamma del Leone è una famosa stella doppia, composta da un paio di stelle giganti gialle divisibili se osservate con un telescopio anche di piccola portata. Delta del Leone si chiama Zosma dalla parola greca «guaina» o «perizoma», nome erroneamente applicato a questa stella durante il Rinascimento.
Anticamente la costellazione era più estesa: la parte della testa comprendeva la parte settentrionale del Cancro e della Lince, mentre la parte terminale della coda era rappresentata dalla famosa chioma di stelle che ora fa parte della costellazione della Chioma di Berenice.
La stella principale è Regolo, una stella azzurra di prima grandezza, l’unica così luminosa a trovarsi ad appena 0,5° dall’eclittica; frequentemente la si può osservare in congiunzione con dei pianeti, ed è frequentemente occultata dalla Luna.
Assieme a Aldebaran, Antares e Fomalhaut forma il quartetto di stelle note in antichità come “le stelle regali”, infatti Regolo sta a significare “il piccolo re”.
La costellazione presenta un gran numero di stelle doppie, la più importante di esse è Algieba, è una stella di seconda grandezza, nonché componente di un sistema multiplo, ad occhio nudo è facilmente distinguibile una stella biancastra di quarta magnitudine posta alcuni primi a sud della primaria. In realtà le due stelle sono poste a distanze diverse e non formano dunque una coppia fisica. Con un telescopio potente è però possibile notare che anche la stessa primaria è composta da due stelle arancioni molto vicine fra di loro, di seconda e terza grandezza.
È una costellazione nella quale sono visibili numerose galassie, famoso il “tripletto del Leone, chiamato anche Gruppo M66, composto da tre galassie: M66 appunto, M65 e la galassia Sandwich NGC3628, un gruppo di galassie relativamente vicino a noi , circa 35 milioni di anni luce, molto simile al nostro Gruppo Locale, un alone di idrogeno collega le tre galassie come esito di un incontro ravvicinato avvenuto circa 800 milioni di anni fa.

Tripletto del Leone (MM66, M65 e NGC3628) Autore: Socio G.A.S. Andrea Marsano di Matino (LE)

A sinistra delle stelle che rappresentano la testa del Leone è visibile la bella Galassia NGC2903 è una galassia a spirale barrata  a circa 20,5 milioni di anni uce dal Sistema solare, ubicata a 1,5 gradi a sud di Alterf (λ Leonis). È stata scoperta da William Herschel e catalogata il 16 novembre 1784, una galassia per molti versi simile alla Via Lattea. La sua dimensione è solo leggermente più piccola della nostra, con una superficie di circa 80.000 anni luce. Ma, a differenza della nostra, è più giovane ed ha un ammasso di stelle massicce brillanti al posto dell’globulare.

NGC2903 Autore: Socio G.A.S. Tommaso Massimo Stella di Taranto

Mitologia del Leone

Eratostene Igino sostengono che il leone fu posto in cielo perché è il re degli animali. In termini mitologici, si ritiene sia il leone nemeo, sconfitto da Ercole nella prima delle sue dodici fatiche. Nemea è una città da qualche parte a sud est di Corinto. Colà il leone viveva in una caverna con due aperture dalla quale usciva per uccidere gli abitanti del luogo, che diminuivano a vista d’occhio. Il fortissimo e ferocissimo leone era un vero flagello, perché sterminava greggi e sbranava uomini. Era una bestia invulnerabile di incerti natali; correvano voci che fosse stato generato dal cane Ortro, ma anche che fosse figlio del mostro Tifone e persino che i suoi genitori erano Zeus, il re degli dei, e Selene, la dea della Luna. Aveva la pelle a prova di qualsiasi arma, perché il suo mantello era assolutamente indistruttibile e ciò lo rendeva invulnerabile, come scoprì Ercole quando lo colpì con tre frecce e queste si limitarono a rimbalzare, e quando la spada si piegò come di stagno e quando la clava si spezzò colpendo il felino.
Ercole fu sorpreso dalla bestia mentre viaggiava nei boschi. Il leone gli ruppe l’armatura con i fendenti degli artigli. L’eroe riuscì a bloccare uno degli ingressi della tana della bestia e ad entrare nell’altro. Nel terribile duello corpo a corpo, il leone strappò un dito a Ercole, ma alla fine l’eroe afferrò la belva per la testa e la folta criniera, e il leone, a poco a poco, si accasciò per terra sconfitto. Ercole se lo caricò in spalla in segno di trionfo e lo portò a Micene, il leone nemeo, dunque, fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del leone.
A causa del fenomeno della precessione degli equinozi, non esiste più alcuna corrispondenza sulla volta celeste fra la costellazione astronomica del Leone ed il relativo segno zodiacale, sebbene, secondo gli astrologi, le caratteristiche ascritte in astrologia al segno zodiacale corrispondente sarebbero in realtà relative al simbolismo della figura che le stelle nella volta celeste ritraggono, e non alla loro intrinseca posizione.

La foto del mese

Facilmente visibile ad occhio nudo nella omonima costellazione come una macchia al centro della Spada, si individua poco più in basso della Cintura.
E’ una regione di formazione stellare molto attiva, la più vicina al nostro sistema solare (1300 anni luce) e si estende per circa 24 anni luce.
In questa fotografia possiamo apprezzare quattro oggetti principali:
Catalogo Messier M42 (nebulosa di Orione), M43 (parte settentrionale di M42), Trapezio (ammasso stellare giovane al centro di M42), Catalogo NGC 1977 (la nebulosa Running Man in alto).
Autore: Tommaso Massimo Stella di Taranto.

Di seguito il dettaglio delle acquisizioni:

M42+Running Man (09/02/2019):
Telescopio Teleskop Service Italia Apo 72 f6 + ZWO ASI 294mc Pro, 200x60s @200 gain/-15°, 53 Dark, 51 Flat

Trapezio+M43 (12/12/2017):
Telescopio  200 f4 + ZWO ASI 224mc, 1879x2s @250 gain

Montatura: Sky-Watcher Italia AZ-EQ6 GT
Autoguida: NESSUNA
Filtri: Optolong Astronomy Filter L-Pro

Software di elaborazione: DeepSkyStacker, Photoshop CC, PixInsight